FICO DOTTATO
Il fico rappresenta una delle specie più antiche e diffuse nel bacino del Mediterraneo e, grazie alle selezioni operate dall'uomo, è possibile censire numerose varietà attualmente coltivate. Il nome "Dottato" potrebbe derivare dal latino dottatus, cioè "dotato", nel senso di "provvisto di ogni qualità", a indicare la ricchezza del frutto. Altre ipotesi lo riconducono al termine addottato, cioè "domesticato", oppure a un’antica espressione dialettale che indicava un fico nobile o selezionato.
Il Dottato si è diffuso nei secoli soprattutto in Calabria, Basilicata, Campania e Puglia, diventando una varietà di riferimento per la produzione di fichi secchi, già praticata in epoca romana. Tracce della sua coltivazione si trovano nei documenti agronomici del Medioevo e del Rinascimento, spesso legata agli orti monastici e ai terreni collinari esposti al sole. Nel corso dei secoli, il fico Dottato è diventato parte integrante del paesaggio rurale del Mezzogiorno, dove ancora oggi è coltivato con metodi tradizionali e tecniche tramandate di generazione in generazione. Tuttavia, il consumo e il commercio sono esclusivamente a livello locale, a causa della limitata resistenza di questo frutto alla manipolazione e al trasporto; solo una quantità limitata è destinata all'esportazione. Grazie alla sua buccia sottile, alla polpa zuccherina e alla bassa acidità, il Dottato è una delle varietà più adatte per l’essiccazione naturale al sole. Questa pratica, molto diffusa fin dall’antichità, ha consentito la conservazione del frutto per tutto l’anno, rendendolo un alimento strategico per le comunità agricole e pastorali.
Nel tempo, si sono affermate specialità gastronomiche a base di fichi Dottati secchi, come:
Fichi farciti con scorze di agrumi, cannella o noci