GELSO BIANCO
I gelsi appartengono alla Famiglia delle Moraceae, genere Morus. Vi sono numerose specie appartenenti al genere Morus, ma la coltivazione del gelso è concentrata soprattutto su due specie:
Il gelso nero, ovvero Morus nigra L., coltivato per la sua frutta e conosciuto in Europa prima; Il gelso bianco, ovvero Morus alba L., importato dalla Cina alla fine del 1400 quando, nel continente europeo, si diffuse l’allevamento del baco da seta.
La coltivazione del gelso bianco è molto antica in Cina, essendo citata in uno scritto di Confucio. La leggenda narra che 27 secoli prima di Cristo sarebbe stata un’imperatrice a insegnare al suo popolo come allevare il baco da seta con le sue foglie. Per lungo tempo in Europa si pensò che la seta fosse prodotta dagli alberi, fino a quando, nel 555 d.C. l’imperatore Giustiniano inviò due monaci che portarono nei manici dei bastoni alcune uova del “bombice del gelso”, i cui bruchi sono i bachi da seta. Si iniziò quindi la produzione della seta nell’Impero romano d’Oriente che aveva in Bisanzio, l’odierna Istanbul, la sua capitale. La bachicoltura si estese dal Medio oriente all’Occidente tramite gli Arabi che diffusero l’allevamento dei bachi dapprima in Spagna poi nel 1140 in Sicilia dove ebbe un grosso successo. Dalla Sicilia si diffuse per tutta la penisola e per molti secoli rappresentò un’importante fonte di sostentamento. Anche nel Sud Italia l’allevamento del baco da seta ha avuto una certa importanza, soprattutto in Salento. La coltivazione iniziò nella prima metà dell’800 a seguito di una sperimentazione presso l’Orto Botanico di Lecce, come testimonia una Memoria scritta dal dott. Gaetano Stella nel 1839, nelle province di Brindisi, Lecce e Taranto, ma fu però in un primo momento abbandonata a seguito delle malattie dei bachi (Vallese, 1908). La ripresa della coltivazione avvenne ai primi del ‘900 in molte zone del Salento, i gelsi vennero ripiantati anche lungo le scarpate per contenere il terreno e lungo le linee ferroviarie, per utilizzarne le foglie per la bachicoltura.
Con l’avvento delle fibre sintetiche si ebbe il declino della bachicoltura che cessò quasi del tutto dopo la Seconda Guerra Mondiale. Con la cessazione di questa importante fonte di reddito cessò anche l’utilità di questa pianta; molti gelsi vennero estirpati e la coltivazione del gelso non ebbe più motivo di essere. Oggi sono rimasti solo pochi esemplari, alcuni bellissimi e monumentali e la pianta trova utilizzo solo per i suoi frutti.